j-hope in the box
“Ciò che Zeus rinchiuse nel vaso evase dai propri confini./
Tutti i mali si scatenarono sul mondo./
Pandora, incapace di rimediare ciò che aveva fatto, cadde in disperazione./
Mentre si affliggeva, sentì un leggero tremolio provenire dal vaso./
Alzò il coperchio un’altra volta da cui uscì fuori una piccola, luminosa creatura, la più bella che avesse mai visto./
Sbatté le sue ali delicate danzando attorno a Pandora, toccandole gentilmente la spalla./
Pandora sentì immediatamente tutta la sua sofferenza sollevarsi e il suo cuore riscaldarsi./
Era la Speranza rimasta nell’angolo più remoto del vaso./
Questa seguì il miasma dell’oscurità, alleviando le conseguenze negative portate sull’umanità./
La Speranza diede alle persone la volontà di continuare a vivere tra dolore e conflitti.”
Così iniziò il secondo capitolo dei BTS, con Jung Hoseok, alias j-hope, che avvia la sua carriera solista uscendo fuori dal vaso e mostrando diversi aspetti della propria personalità nel suo album Jack In The Box. La sua promozione ha raggiunto il culmine con la storica partecipazione in qualità di artista principale a uno dei più grandi festival musicali statunitensi: il Lollapalooza. Se si guarda la traiettoria presa dalla carriera di j-hope, potrebbe dirsi che abbia raggiunto il culmine troppo presto con la sua impresa solitaria. Ma tutti sanno che c’è molto altro ad aspettare j-hope dietro l’angolo. Il documentario “j-hope IN THE BOX” (e questo blog) tratta di come è arrivato a questo capolavoro e se ha raggiunto lo scopo di mostrare j-hope nella preparazione del suo lavoro solista.
j-hope dentro il vaso
Nel documentario, j-hope ha rivelato che dopo sei mesi circa dal rilascio del suo mixtape Hope World, ha pensato, “Ecco la prossima cosa che farò”, aggiungendo che “con Hope World mi trovavo ancora dentro la scarola. Mi sono sempre chiesto se quello fosse esattamente chi fossi. Non intendo dire che non fossi me stesso; è parte di chi sono. Ma allo stesso tempo, sentivo che era giunto il momento di mostrare un lato più maturo di me stesso. Ho pensato che quando sarei finalmente uscito dal vaso, avrei cantato delle esperienze al di fuori di esso". Con questo spirito ha iniziato a creare il suo nuovo record con una determinazione attenta ai dettagli.
Il viaggio per saltare fuori dal vaso
“Le persone non lo sanno. Conosceranno molto bene i BTS, ma non sanno come j-hope dei BTS fa musica, quali passi compie per fare la sua musica e le sue esibizioni, o come promuove il suo lavoro. Volevo mostrare tutte queste cose nei minimi dettagli. Vorrei che ogni dettaglio fosse registrato”. E noi vediamo il lavoro che sta dietro Jack In The Box appieno, dalle difficoltà nel finire il primo verso di Arson al non riuscire a pensare a una sola parola di testo.
Passare notti insonne per la dedizione verso la preparazione del primo album significa mettere da parte la propria vita personale per un po’; è la ragione per cui j-hope chiama il padre per dirgli che non riuscirà a incontrarlo a Seoul. Ma nella prossima scena, riesce a visitare la sua casa di Gwangju, che è una delle scene più adorabili del documentario, il momento più dolce è stato scoprire che la sua famiglia ha una pietra con inciso “홉월드” (Hope World). Sua madre ha ancora foto e cimeli di j-hope durante il “WINGS tour”.
Durante il viaggio verso Gwangju, j-hope menziona di aver fatto ascoltare l’album a Namjoon (RM) per primo, che gli ha detto che il sound è diverso da ciò che j-hope ha fatto prima d’allora. j-hope ha anche parlato di più sul significato del titolo dell’album: come il giocattolo del pupazzo a molla o scatola a sorpresa, in inglese chiamato jack-in-the-box, in cui il pupazzo (di solito un clown) esce dalla sua scatola quando questa viene aperta, anche lui sta uscendo come artista fuori nel vasto mondo per condividere le proprie esperienze.
Tornato a Seoul, seguiamo j-hope nella preparazione del listening party per Jack In The Box. Ci dice: “Rilasciare musica è un momento che merita di essere celebrato, si dovrebbe condividere insieme ad altri, indipendentemente da quanto vicini siano”. Giunge il giorno della festa e j-hope è vestito tutto di un tiro, nervoso mentre lo seguiamo nell’ascensore; condivide i suoi pensieri, chiedendosi a voce alta: “Chi sei?”, “Cosa stai facendo qui?” e “Puoi farcela, vero? Sì”.
Le varie scene e le prove sono alternate all’esibizione di j-hope al Lollapalooza. Uno dei momenti migliori è stato guardare j-hope mentre osservava la mancanza di chimica tra i ballerini nel filmato della prova di Dynamite (Tropical Remix). Sentiva non ci fosse alcuna interazione tra di loro e rimpianse non averlo visto prima. Un membro dello staff gli dice che la chimica ha appena iniziato a formarsi in quanto quello era solo il primo giorno di prove, dunque ci saranno dei miglioramenti quando poi si esibirà insieme a loro.
Guardare “j-hope IN THE BOX” è stato l’equivalente di un giro sulle montagne russe che ha soddisfatto le aspettative di j-hope! Sarebbe interessante riguardare la sua esibizione di un’ora su YouTube con le conoscenze acquisite grazie al suo documentario.
“j-hope IN THE BOX” è ora disponibile su Weverse e Disney+.
Scritto da: Anugya
Editato da: LJ
Design a cura di: Waf
Tradotto da: adeat
Traduzione editata da: Eleonora e Silvana
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