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ARMY MAGAZINE

Indigo e RKive: come RM scrive la storia

Molti fan di RM sanno che chiama il suo studio e il suo lavoro con il termine “Rkive”, un gioco di parole che combina “RM” e “archive” (‘archivio’), per rappresentare il modo in cui la musica del rapper racconti delle storie e diventi un archivio storico e musicale delle sue esperienze. L’aggiunta più recente all’Rkive è il primo album solista di RM, Indigo. Che cos’è un archivio, e qual è il contributo di RM all’importante compito di rendere questo archivio inclusivo per le storie di tutti?


Il silenzio dell’archivio 


La definizione generale di archivio è “una raccolta di documenti e registri storici che forniscono informazioni riguardo ad un luogo, un’istituzione o un gruppo di persone”. È facile pensare che i documenti storici siano completamente obiettivi e fattuali, o che siano una semplice serie di eventi e numeri di quanto è accaduto in passato. Non c’è dubbio che gli archivi forniscano un’importante traccia della storia e ci diano informazioni preziose su come il nostro mondo è diventato quello che è oggi. Tuttavia, gli archivi storici possono riflettere i sistemi di potere, privilegi e oppressione che pervadono tanto il nostro passato quanto il presente.


Questo significa che negli archivi si possono trovare storie e opinioni di chi detiene il potere, sui giornali, nei libri, nelle lettere e nei registri. D’altra parte, coloro che erano asserviti, colonizzati e silenziati in qualche altra maniera, o relegati in base alla loro identità, non appaiono negli archivi, per lo meno, non secondo i loro stessi termini. Spesso ci rimangono gli “avanzi” delle storie di marginalizzati: “persone sconosciute, figure senza nome, [e] insiemi”: Quando parliamo dei BTS, possiamo applicare questo schema agli archivi dei giorni nostri. Quante volte gli ARMY si sono dovuti lamentare delle coperture mediatiche ingiuste e spesso razziste, che irridono o sminuiscono i traguardi del gruppo?


Per scoprire di più su coloro, le cui voci in passato sono state escluse dagli archivi, gli storici e gli autori devono andare di creatività per circumnavigare questi silenzi. La musica, in particolare nello studio dell’America nera, è stata parte importante di questo processo. Ad esempio, ricostruire la storia e l’aspetto linguistico di una canzone tradizionale è stato utile per aiutare una famiglia di colore della Sud Carolina a ritrovare il villaggio di origine in Africa. Questo utilizzo della musica nera come archivio va avanti dall’epoca dello schiavismo fino ai giorni nostri, creando infine generi come l’hip-hop e il rap, che sono, ovviamente, alla base della musica dei BTS. Vedere RM relazionarsi al proprio fare musica come se fosse un archivio, rimanda a questa potente storia di liberazione, una storia che i BTS portano avanti grazie alla loro musica, raccontando le loro storie davanti alla discriminazione e all’odio. 


Indigo come un narratore: un’indagine storica 


Oltre alla musica, gli storici si sono rivolti anche agli oggetti per scoprire di più sulle persone escluse dagli archivi. Ad esempio, si può imparare molto sull’esperienza della malattia degli africani in schiavitù, analizzando i registri dei vari medicinali usati dalle navi schiaviste, anche se ci sono poche notizie degli uomini che hanno assunto queste medicine. Lo storico di colore Stuart Hall disse: “Sono lo zucchero sul fondo di una tazza di tè inglese”, per illustrare come anche una bevanda, considerata parte integrante dell’identità inglese, sia strettamente legata ai lavoratori non inglesi nelle piantagioni in India e nei Caraibi.


Un materiale di questo genere che possiamo studiare è l’indaco. Usato in origine come tintura e prodotto officinale, l’indaco fu coltivato in massa nelle piantagioni di schiavi di tutto il mondo fra il 1500 e il 1800. Le terribili condizioni di lavoro imposte ai braccianti che lo coltivavano, hanno portato alle rivolte note come “Moti Indiani” (Indigo Riots in inglese) e hanno fortemente influenzato la Rivoluzione di Haiti. In America il termine “colletti blu” si diffuse a partire dagli anni ‘20 del ‘900 per identificare i pesanti lavori manuali, dato che i lavoratori portavano vestiti tinti con l’indaco per nascondere la polvere e lo sporco. Come spiega questo approfondito thread su Twitter, l’indaco “è a cavallo del tempo, della storia, del genere e dei confini politici”, e studiarlo nel dettaglio può portare a galla una storia di oppressione e resistenza.


Non c’è dubbio che la mente di RM lavori su più livelli quando si tratta di creare un nuovo progetto, e Indigo sembra non fare eccezione. Oltre alla valenza e ai significati dell’indaco come oggetto storico, il termine “indaco” è, nell’opera di RM, stratificato: la parola coreana per indaco è 남색 (nam-sek), che può tradursi come ‘i colori di Namjoon’; l’indaco è a metà fra il blu (il colore con cui RM si identifica) e il viola (il colore degli ARMY), e la lista potrebbe continuare… In un certo senso, l’Rkive di RM continua a reimmaginare la relazione fra le parole e le persone, la storia e gli oggetti, la natura e gli umani, per creare un registro dell’esistenza.


Fare la storia


Quando parliamo dei traguardi dei BTS e degli ARMY, spesso usiamo l’espressione “fare la storia”. RM ci dimostra attraverso il suo lavoro di musica come archivio, che questa frase può significare di più che solo infrangere record e vincere premi. Il modo in cui i BTS e gli ARMY registrano le loro storie – che sia attraverso la musica, i social, i siti anche come ARMY Magazine – è una forma di archiviazione, così che le nostre voci vengano ascoltate, e che ci sia prova della nostra esistenza e del nostro impatto. Sicuramente, Indigo contribuirà a tutto ciò in maniera nuova e significativa. 


Scritto da: Mariko

Editato da: Sanam 

Tradotto da: Eleonora

Traduzione editata da: adeat e silvana


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