ESPLORANDO LA “PERSONA”: BREAK THE SILENCE: RECENSIONE DEL FILM
Con il loro ultimo documentario “Break the Silence”, seguiamo i BTS durante il loro tour più grande fino ad ora - “Love Yourself - Speak Yourself” - e riusciamo a vedere qualche scorcio della loro vita fuori dal palco.
[ATTENZIONE AGLI SPOILER]
Dal sottotitolo “Persona” capiamo che il film vuole portarci ad esplorare ognuno dei membri individualmente. Vediamo infatti che i ragazzi scavano nel profondo di loro stessi, mettendo da parte la loro “persona” da palcoscenico. Diviso in 7 parti, il documentario ci presenta i 7 ragazzi per quello che sono: Kim Namjoon, Kim Seokjin, Min Yoongi, Jung Hoseok, Park Jimin, Kim Taehyung e Jeon Jungkook. Per un attimo, abbandonano la loro immagine da palcoscenico e raccontano le proprie storie personali e il loro pensieri, fino ad ora rimasti nascosti.
Il film include una selezione di alcuni concerti che sono avvenuti durante il tour. In questi 90 minuti, gli spettatori passano dagli Stati Uniti al Regno Unito, alla Francia, al Brasile, al Giappone, all'Arabia Saudita, per poi tornare a casa, in Corea del Sud. Poter partecipare ad un concerto dei BTS (dal vivo o attraverso uno schermo) è sempre un'esperienza magica. Poter rivivere nuovamente questi momenti con gli ARMY al cinema porta un'ondata di felicità collettiva.
Il documentario inizia riprendendo il gruppo a cena, tutti insieme attorno ad un unico tavolo. I ragazzi stanno parlando delle loro vite alternative - dove sarebbero e cosa farebbero se non facessero parte dei BTS. RM inizia prontamente a riflettere su come questo stile di vita - viaggiare da un continente all'altro facendo concerti - sia diventato, in un modo o nell'altro, parte della loro quotidianità. I ragazzi poi si presentano uno ad uno, con il loro nome vero e il loro nome da palcoscenico, dandoci così un idea di come sarà il resto del documentario.
Break the Silence ci porta alla prima tappa del tour a Pasadena, in California, e mostra perfettamente il caos stupendo che si trova ad un concerto dei BTS: code che iniziano 3 giorni prima; attese infinite per l'acquisto del merchandise; fan ricoperti dalla testa ai piedi di vestiti a tema BTS o BT21, pronti per trascorrere la notte migliore della propria vita. Tutto ciò crea l'ambiente in cui il gruppo più influente del mondo, i BTS, vive e lavora.
Una gran parte del film è però dedicata a mostrare come i ragazzi trascorrano il tempo e a cosa pensino tra un concerto e l'altro. È qui che il documentario prende una piega particolarmente emotiva e seria. I membri parlano di pressione, paura, solitudine, depressione e autostima.
Prima accompagniamo Jin, che decide di trascorrere il suo tempo libero in un parco divertimenti e che parla di come voglia mostrare solo i lati positivi e felici della sua personalità agli ARMY. Passiamo ad RM nella bottega di un falegname e lo troviamo a riflettere sulla sua connessione con la natura e l'arte e su come questa lo abbia aiutato a gestire la pressione scaturita dalla fama.
J-hope ci porta con sé in un parco e parla del ruolo che i BTS, come gruppo e come singoli, abbiano nella sua vita, dicendo che si sentirebbe incompleto e non sé stesso senza di essi. Giriamo poi per le strade di San Paolo, Brasile, con Jimin, che parla della sua idea di libertà e solitudine, sentimenti a lui molto familiari negli anni dal debutto ad oggi.
Accompagniamo V per le strade di Londra mentre ammira i monumenti della città e riflette sulla depressione e sulle difficoltà che ha affrontato. Troviamo SUGA seduto nella sua stanza d'albergo mentre compone musica e parla del continuo lavoro che fa su sé stesso e del desiderio di mostrare lati inaspettati di lui. Incontriamo invece Jungkook dietro le quinte di un concerto, mentre mangia e ci espone i suoi dubbi sulle sue capacità e abilità.
Alla fine del documentario, dopo aver visto le scene del loro concerto finale a Seul e dopo aver letto la dedica finale a “la nostra più grande voce, gli ARMY” (“our biggest voice, ARMY”), è difficile non essere sopraffatti dalle emozioni. Break the Silence non fa altro che confermare che, dietro alle “persone” da palcoscenico, RM, Jin, SUGA, j-hope, Jimin, V e Jungkook affrontano difficoltà come chiunque altro. Mostrando la loro vulnerabilità e la loro volontà di affrontare temi così difficili, il film finisce col regalarci un messaggio di conforto: le difficoltà sono parte della nostra vita, e a volte va bene non stare bene; la cosa importante è trovare la felicità nelle piccole cose.
Scritto da: Jynx
Editato da: Tori e Hel.B
Tradotto da: Natasha
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